La biblioteca è formata dall’insieme dei libri che Fabro raccolse a supporto della propria attività docente e di ricerca. Essa si è andata sviluppando, nel corso degli anni, fondamentalmente attraverso la modalità dell’acquisto e del dono. Gli acquisti sono testimoniati dagli innumerevoli carteggi con case editrici, fatture, ordini di acquisto rinvenuti all’interno dei libri; i doni sono invece testimoniati dalle oltre 500 dediche a Fabro apposte all’interno degli stessi libri.
La biblioteca originariamente era situata presso alcuni locali attigui alla Parrocchia della Santa Croce a Roma in via Flaminia, parrocchia dove Fabro svolse la sua attività pastorale coniugandola con quella di studioso e di docente.
Ancora in vita Fabro espresse più volte il desiderio che la sua biblioteca fosse conservata mantenendo la sua unità originaria e che fosse destinata allo studio e alla ricerca al servizio della Chiesa ed individuò tra gli altri anche nella Pontificia Universita’ della Santa Croce (PUSC) un potenziale destinatario della stessa.
Alla morte di Fabro i libri, in attesa di essere destinati a qualche istituzione in grado di valorizzarli, vennero conservati in appositi scatoloni. Grazie all’iniziativa dell’allora rettore della PUSC prof. Lluìs Clavell, nel 1998 il superiore degli Stimmatini, José Luis Nemes, decise di affidare per 50 anni alla PUSC la conservazione, la valorizzazione e l’utilizzo del Fondo. Non appena la biblioteca di Fabro giunse nella sede della biblioteca della PUSC, a Roma in via dei Farnesi 82, venne ufficialmente costituito il Fondo Fabro.
Al Fondo è stata riservata un’apposita sala all’interno della biblioteca, dotata di scaffalature metalliche e di un impianto di areazione atto a mantenere la temperatura e l’umidità dell’aria nelle condizioni ottimali per la conservazione dei libri.
A questa prima fase di allocazione dei libri ne è seguita una seconda di spolveratura e di pulitura dei volumi, costituendo la polvere uno degli agenti esogeni più dannosi alla conservazione della carta. Successivamente si è provveduto alla rilegatura di circa 1900 volumi che risultavano maggiormente danneggiati, utilizzando fra l’altro una elegante rilegatura anticata ritenuta adatta al contesto del Fondo.
Nel 1999 è iniziata la catalogazione del Fondo, tuttora in corso, anche se possiamo affermare che la lavorazione è completata per circa l’80%. Ecco alcune cifre risultanti dallo stato di avanzamento dei lavori.
I libri catalogati e dunque a disposizione degli studiosi sono 19.470 per 15.331 opere; le riviste catalogate risultano essere 188 anche se un centinaio costituite da 1 o pochi fascicoli. L’autore maggiormente rappresentato risulta essere Kierkegaard con 312 titoli , seguito da San Tommaso d’Aquino con 185 titoli, Aristotele con 123 titoli, Kant 113 titoli, Hegel 99 titoli, Marx 78 titoli, Heidegger 63 titoli etc. Sono presenti opere in ben 16 lingue diverse. La lingua più rappresentata è il tedesco con il 39% circa, a testimonianza della massiccia presenza di fonti filosofiche in lingua originale, seguono poi l’italiano con il 30%, il francese con il 14%, l’inglese con il 7%, il latino con il 3,5%, lo spagnolo con 2% e il danese con 1,8%. Le restanti lingue presenti con percentuali più basse sono il greco, l’olandese, il polacco, il portoghese, lo svedese, l’ungherese, il russo e l’arabo. Dal punto di vista della data di pubblicazione abbiamo 12 opere pubblicate tra l 1501 e il 1600, 7 opere tra il 1601 e il 1700, 86 tra il 1701 e il 1800, 1687 tra il 1801 e il 1900, 13539 tra il 1901 e il 1995. Ê bene sottolineare che la catalogazione dei libri antichi è stata avviata da poco tempo e che dunque la percentuale dei libri antichi è destinata ad aumentare.
La catalogazione è eseguita «alla mano» e si svolge nel rispetto di alcuni criteri di fondo:
- utilizzo dei criteri nazionali e internazionali di catalogazione RICA-ISBD (l’adesione a tali standard ne permette una leggibilità totale, la possibilità di essere esportati e la loro consultabilità da una qualsiasi postazione esterna)
- uniformità delle intestazioni per autore;
- trascrizione dei titoli originali;
- segnalazione di eventuali note manoscritte apposte su fogli volanti rinvenute all’interno di libri, la loro fotocopiatura e conservazione in faldoni. Tali operazioni, di natura preminentemente archivistica, permettono di conservare materiale che altrimenti si smarrirebbe molto facilmente. A tutt’oggi sono stati ritrovati circa 800 libri con fogli volanti;
- segnalazione di dediche (a oggi circa 500);
- conservazione di lettere, cartoline e altro materiale rinvenuto all’interno dei libri.
Corredano il Fondo le tesi e le tesine dirette da Fabro nel corso del suo insegnamento universitario (ne sono state raccolte a oggi circa 200). I libri sono stati conservati rispettando il sistema di collocazione assegnatogli da Fabro che è composto da una sequenza alfanumerica (lettere, numeri romani e arabi).
Per garantire a tutti gli interessati la più ampia possibilità di consultazione del fondo e per favorirne la tutela si è deciso di vietare il prestito esterno, fermo restando che le stesse possono essere consultate accedendo alla biblioteca della PUSC.
L’importanza del Fondo Fabro per la ricerca. Il quadro presentato consente di apprezzare il valore del Fondo Fabro per la ricerca. Sulla base dei dati forniti si potrebbero indicare tre direzioni di studio: 1) Fabro stesso; 2) gli autori e le tematiche prevalentemente affrontate da Fabro nelle sue opere; 3) qualsiasi argomento che tocchi in certo modo gli autori e le tematiche cui Fabro ha dedicato una certa attenzione. Per quest’ultimo punto, basta a renderne conto la notevole varietà degli interessi filosofici di Cornelio Fabro, come testimonia l’amplissima bibliografia dei suoi libri ed articoli (Cfr R. Goglia, La novità metafisica in Cornelio Fabro, Marsilio, Venezia 2005).
Circa gli studi su Fabro, è certamente utile conoscere con esattezza i testi di cui egli disponeva e ch’egli ha utilizzato per la composizione delle sue opere; particolarmente per le note e gli appunti che vi si possono trovare. Altra notevole risorsa di cui il Fondo dispone sono le dispense dei corsi universitari di Fabro e parte della sua corrispondenza.
Circa gli autori e le tematiche che Fabro ha affrontato, si puo’ notare come la gran parte del materiale conservato riguardi la filosofia classica tedesca e Kierkegaard. Spiccano inoltre i nomi di Hegel ed Heidegger. Di fatto, oltre a san Tommaso, sono questi gl’interlocutori con i quali Fabro si è più lungamente confrontato e che amava chiamare «i pensatori essenziali». Il materiale presente copre l’intera stratificazione della ricerca, dalle edizioni critiche alle traduzioni, dai repertori bibliografici alla letteratura critica.
Possiamo fare qualche esempio al riguardo. Sono presenti tutte le successive edizioni delle opere complete di Hegel: l’edizione berlinese del 1832, l’edizione Lasson-Hoffmeister, l’edizione Glockner e le più recenti edizioni delle Lezioni (come le Vorlesungen di filosofia del diritto pubblicate nel 1973 da Ilting). Per le traduzioni delle opere, per la sola lingua francese, c’è la prima traduzione di Augusto Vera, quella di Hyppolite, Jankélevitch e Gibelin.
Un altro esempio è l’edizione completa delle opere di Kierkegaard, l’edizione Ibsen-Himmelstrup del 1920 (ch’è la seconda e la più completa). A questa si aggiungono tutte le successive edizioni dei Papirer comprese tra l’edizione Reitzel del 1869 e l’edizione Thulstrup del 1968. Oltre alle fonti, la quantità di traduzioni e studi sull’opera del filosofo danese presenti nel Fondo è davvero cospicua.
Per valorizzare ulteriormente il patrimonio del Fondo, la Biblioteca dell’Università ha intrapreso da alcuni anni un progetto di acquisizione di tutte le nuove pubblicazioni delle opere di Kierkegaard, dei nuovi studi, traduzioni e riviste. Un esempio è la nuova collezione dei Kierkegaard studies e la recente traduzione inglese delle opere complete del filosofo danese promossa dall’Università di Princeton. Il Fondo disponeva di traduzioni inglesi di singole opere.
Sono allo studio altre analoghe linee di approfondimento. A tale proposito, oltre a quanto si può ricavare dalla sua opera, sono interessanti gli Appunti di un itinerario del 1984 (cfr AA.VV., Essere e libertà. Studi in onore di Cornelio Fabro, Maggioli, Rimini 1984) ) nei quali Fabro ha tracciato i tre grandi filoni della sua lunga vita di studioso: la struttura e le fonti della metafisica tomista; l’esistenzialismo teologico di Kierkegaard, la storia della filosofia moderna, particolarmente sotto l’aspetto dell’ateismo. A questi si dovrebbero forse aggiungere gli studi di psicologia della percezione e i due grandi temi che Fabro ha affrontato nell’ultimo periodo della sua produzione: la libertà e la presenza positiva del tema religioso nel pensiero moderno (cfr Riflessioni sulla libertà; La preghiera nel pensiero moderno; i molti articoli su Cristo nel pensiero moderno che sarebbero dovuti confluire in un’unica opera).
Per quanti frequentano la Biblioteca dell’Università, il Fondo Fabro rappresenta una risorsa di notevole importanza. Alla possibilità di attingere ad un così ampio e qualificato materiale, si aggiunge, per altri l’eredità umana ed intellettuale dello stesso Cornelio Fabro, che in esso è come materialmente depositata. Il Fondo costituisce infatti una traccia della sua vita e del suo pensiero. Una traccia ch’egli avrebbe certamente desiderato che fosse proseguita, con lo stesso coraggio e profondo lavoro che le sfide del mondo contemporaneo richiedono.
Ariberto Acerbi- Alberto Gambardella
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