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Frequently Asked Questions

Chi è stato l'ispiratore della Pontificia Università della Santa Croce?

La Pontificia Università della Santa Croce risponde al desiderio di S. Josemaría Escrivá, Fondatore dell'Opus Dei, di promuovere a Roma un centro di studi universitari che svolgesse, al servizio di tutta la Chiesa, un ampio e profondo lavoro di ricerca e di formazione nelle scienze ecclesiastiche, cooperando, secondo la sua peculiare funzione, alla missione evangelizzatrice della Chiesa in tutto il mondo.

 

Quando ha iniziato le sue attività?

Dopo aver ottenuto le necessarie approvazioni della Santa Sede, il successore di S. Josemaría Escrivà, S. E. R. Mons. Alvaro del Portillo, diede avvio al primo anno accademico 1984/85 del Centro Accademico Romano della Santa Croce (con 40 studenti).

Il primo Rettore fu Mons. Ignacio Carrasco De Paula.  Le prime facoltà attive furono quella di Teologia e Diritto Canonico, a cui si è aggiunta subito dopo la facoltà di Filosofia. Nel 1996 è stata eretta la facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale, che si propone di formare comunicatori preparati ad informare sulla Chiesa sia nei confronti dell’opinione pubblica in generale che all’interno della stessa realtà ecclesiale.

L’Istituto di Scienze Religiose all’Apollinare (ISSRA), collegato accademicamente alla facoltà di Teologia, è stato invece eretto dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica nel 1986. Il 10 ottobre 2006 ha ottenuto l’approvazione dei nuovi Statuti, che ribadiscono come caratterizzante dell’Istituto l’uso della metodologia del “complex learning”.

 

Quando è stata eretta formalmente?

La Pontificia Università della Santa Croce è stata eretta formalmente dalla Congregazione per l'Educazione Cattolica, per l’autorità conferitale dal Romano Pontefice, con Decreto del 9 gennaio 1990 ed è stata affidata alla Prelatura della Santa Croce e Opus Dei. Il suo Gran Cancelliere è il Prelato dell'Opus Dei. All’inizio si chiamava Ateneo Romano della Santa Croce.

 

Quando è stato conferito il titolo di Pontificio?

Il 26 giugno 1995, il Santo Padre Giovanni Paolo II ha conferito all’Ateneo Romano della Santa Croce il titolo di Pontificio. La notizia è stata comunicata ufficialmente al Gran Cancelliere, Mons. Javier Echevarría, da una lettera della Congregazione per l’Educazione Cattolica, l’11 luglio 1995.

 

Quando l’Ateneo è stato riconosciuto Università?

Il 20 luglio 1998, il Papa Giovanni Paolo II ha concesso il titolo di Università al Pontificio Ateneo della Santa Croce, che è diventata, così, la sesta università pontificia dell’Urbe.

 

Quali facoltà sono attive presso la Santa Croce?

L’Università della Santa Croce è un’istituzione di studi ecclesiastici, costituita dalle facoltà di Teologia, Diritto Canonico, Filosofia e Comunicazione Sociale Istituzionale, complete dei tre cicli del curriculum universitario. I titoli accademici che conferisce, baccellierato, licenza e dottorato, hanno piena validità canonica. L'Istituto Superiore di Scienze Religiose all'Apollinare (ISSRA), parte integrante della stessa Università, è collegato accademicamente alla Facoltà di Teologia. Attraverso una peculiare metodologia di insegnamento detta del "complex learning" - che integra le tradizionali forme dell’insegnamento di presenza (lezioni, esami orali, ecc.) con metodiche proprie della didattica “a distanza” -, l’ISSRA offre un servizio a tutti i fedeli che desiderano una qualificazione per l’insegnamento della religione in ogni grado di scuole, l’adeguata preparazione ai ministeri e all’animazione delle comunità locali e una formazione teologica a livello universitario.

 

Chi può iscriversi alla PUSC?

Alla Pontificia Università della Santa Croce possono iscriversi sacerdoti e laici, uomini e donne, religiosi e candidati diocesani al sacerdozio, che abbiano il titolo accademico richiesto.

Nell’anno accademico 2008/09 gli iscritti per le quattro facoltà sono stati 986, appartenenti a 75 nazionalità dei cinque continenti e di ogni condizione ecclesiale (anche alcuni non cattolici, ortodossi e, negli ultimi anni, qualche musulmano). L’ISSRA invece conta 485 iscritti, quasi tutti laici.

 

Quale è la specificità della Pontificia Università della Santa Croce?
[Dal discorso del Santo Padre Giovanni Paolo II alla comunità accademica della Pontificia Università della Santa Croce - 29 maggio 1999]:

“(…) La vostra Università, nata dallo zelo apostolico del Beato Josemaria Escrivá, si propone di ricercare e promuovere la verità con onestà intellettuale e rispetto della Rivelazione. Come tale, essa si sente al servizio della Chiesa, chiamata in questo nostro tempo ad un più coraggioso sforzo missionario, nella prospettiva del terzo millennio.

“(…) Lo stemma della vostra Università riprende un disegno del Beato Josemaría Escrivá e ricorda il senso del vostro lavoro. Il suo elemento centrale è una croce greca, le cui braccia terminano in punte di freccia. Sembra così che la Croce sia come in tensione verso ogni direzione, protesa ad abbracciare l'umanità e l'intero universo. Accanto alla Croce si leggono le parole Iesus Christus, Deus Homo.

“(…) Quanti frequentano la vostra Università possano essere aiutati ad affrontare le sfide che la cultura e l'odierna società pongono alla fede; siano aiutati ad essere apostoli della nuova evangelizzazione, docili allo Spirito Santo, fedeli al Magistero della Chiesa.

 

Di quante persone è composto il corpo accademico?

I professori delle quattro facoltà, in totale, sono 166 suddivisi in stabili, incaricati, visitanti e assistenti.

A parte i saggi, le monografie ed i manuali pubblicati dai singoli docenti, le facoltà hanno tre riviste scientifiche: Annales Theologici, Ius Ecclesiae e Acta Philosophica, che si avvalgono anche del contributo di studiosi di tanti altri atenei.

 

Che tipo di laurea possiedono i professori?

La maggioranza dei professori ha una doppia laurea, una ecclesiastica ed una civile. Questo favorisce un’apertura maggiore alle problematiche del mondo contemporaneo.

 

Quali altre attività vengono promosse dall’Università?

Oltre alle normali attività didattiche, ogni anno l’Università della Santa Croce organizza seminari per professori, conferenze e convegni su temi specifici delle diverse facoltà.

Alcuni degli ultimi argomenti trattati sono stati, per esempio: “La fede e la ragione”; “Libertà religiosa e reciprocità”; “Ragione, fiction e fede. Simposio internazionale su Flannery O’Connor”; “Covering the Church in the Age of Benedict XVI”.

Inoltre, la Facoltà di Comunicazione organizza per i propri studenti, con cadenza settimanale, incontri con professionisti della comunicazione, sia dell’ambito ecclesiale che civile.

 

In quali locali ha sede la PUSC?

L’Università ha sede nel Palazzo dell’Apollinare (di proprietà della Santa Sede), in Piazza di Sant’Apollinare 49 - vicinissima a Piazza Navona e a due passi dal Pantheon e dalla Fontana di Trevi -  mentre la Biblioteca si trova in via dei Farnesi 83, nel centro storico di Roma.

Entrambi gli edifici conservano una tradizione secolare negli studi ecclesiastici e nella formazione sacerdotale.

 

Quale era la destinazione del Palazzo prima di diventare sede della PUSC?

Il palazzo dell’Apollinare è un edificio storico la cui configurazione attuale si deve all’opera dell’architetto Ferdinando Fuga (1699-1781).

Nel 1424 il cardinale Castiglione vi fondò un collegio che ospitava studenti dello “Studium Urbis”. Gregorio XIII nel 1574 concesse il palazzo come sede del Collegio Germanico-Ungarico.

Nel 1825 Leone XII assegnò il palazzo al Pontificio Seminario Romano. Alcuni anni dopo, nel 1853, Pio IX costruisce la vasta biblioteca e l’edificio viene sopraelevato per ospitare il Seminario Pio.

Benedetto XV lo fece diventare sede del Pontificio Istituto di Sant’Apollinare.

Nella storia più recente, sono stati ubicati in questo palazzo altre benemerite istituzioni ecclesiastiche fino alla concessione, nel 1990, da parte della Santa Sede che è la proprietaria, dell’uso del complesso alla Pontificia Università della Santa Croce.

 

Per quali ragioni si è decisa la ristrutturazione completa del Palazzo?

Anche se il palazzo si adattava funzionalmente e tipologicamente a sede accademica della stessa Università, l’edificio si presentava in uno stato conservativo molto modesto,  ed aveva necessità di consistenti interventi di restauro e di manutenzione straordinaria con la relativa modernizzazione distributiva ed impiantistica. Le necessità materiali, attuali e soprattutto future, dell’Università imponevano il ripristino di molti ambienti in disuso. Infatti, la crescita del numero degli iscritti trovava un limite nel numero e capacità delle aule.

Sono state, pertanto, riorganizzate le diverse zone – servizi, docenza, ricerca, amministrazione, direzione, ecc. – per una migliore funzionalità dello spazio disponibile, ed incrementate le superfici utili disponibili mediante il risanamento e il ripristino di volumi un tempo inagibili, specialmente negli scantinati e nei sottotetti.


Chi ha progettato la ristrutturazione dell’Apollinare?

L’intero progetto di ristrutturazione è stato concepito dall’architetto Santiago Hernandez Andreu insieme al suo collega Eduardo Lopez-Jurado, dello Studio RHL di Roma.

 

Chi ha eseguito i lavori?

I lavori sono stati eseguiti dalla Castelli RE di Roma.

 

Come è stato possibile proseguire l’attività didattica nonostante i lavori?

Una ristrutturazione globale nell’edificio occupato completamente dall’Università ormai cresciuta costringeva a chiedersi come sarebbe potuta proseguire regolarmente l’attività didattica. Dove andare? Non c’era un’altra sede adeguata. Per di più anche gli spazi della Biblioteca, vicino a piazza Farnese, non erano disponibili, già occupati da professori, dottorandi, ricercatori. Si è allora pensato di dividere la  ristrutturazione in due fasi, per così dire in verticale. La prima parte dei lavori avrebbe interessato la metà del Palazzo che affaccia su piazza Sant’Agostino, la seconda l’altra metà che dà su piazza di sant’Apollinare. In ognuna delle due fasi la metà senza lavori avrebbe ospitato tutta l’attività didattica. Così si è fatto.

 

Come  si è ricavata l’aula magna?

Le aule a disposizione non erano adatte, troppo piccole per la creazione di uno spazio che accogliesse almeno 300 persone. D’altra parte è sembrato interessante riuscire a sfruttare gli spazi enormi che c’erano negli scantinati, abbandonati a se stessi.

Si è proceduto dunque al risanamento di questi spazi, comprese le murature: un gran bene per l’intero palazzo, che soffriva molto dell’umidità proveniente dal sottosuolo. Sotto il cortile è stata perciò progettata la nuova Aula Magna. Prima dei lavori sono state fatte accurate indagini archeologiche e non era emerso nulla che potesse far pensare a possibili reperti sotto il cortile: perciò le autorità preposte hanno approvato la realizzazione dello scavo. L’autorità archeologica dello Stato della Città del Vaticano ha comunque costantemente vigilato durante i lavori per accertarsi che effettivamente non emergessero reperti.

 

Come si sostiene economicamente l’Università?

L’Università può contare sulla generosità di migliaia di benefattori che la sostengono da tutto il mondo. Gran parte dei essi vivono con risorse limitate – si potrebbero citare molti episodi di ordinaria eroicità - ma pensano che sia un buon investimento aiutare la nostra università.  Fanno anche tanti sacrifici ma allo scopo di sostenere la formazione di seminaristi, sacerdoti e laici. Sono migliaia e di tutti i continenti e senza la loro preghiera e i loro contributi l’Università non potrebbe svolgere la sua missione di servizio. La nostra promozione economica è specialmente intensa nella Spagna e negli Stati Uniti, grazie alle campagne della Fondazione Centro Académico Romano, Fundación e della Pontifical University of the Holy Cross Foundation, entrambe costituite da amici dell'Università in queste nazioni.

I benefattori privati provengono dai seguenti Paesi: Argentina, Australia, Austria, Belgio, Canada, Cile, Cina (Hong Kong), Ecuador, Filippine, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Malaysia, Messico, Olanda, Portogallo, Spagna, Stati Uniti, Svizzera, e Uruguay.

 

Adesso che la ristrutturazione è finita, c’è ancora bisogno di fondi?

Certamente, se si pensa ai prestiti che sono stati chiesti.

In particolare, sono stati chiesti dei prestiti agevolati pari a circa il 24% del costo totale dei lavori, che si è appena iniziati a restituire e dei quali l’ultima rata è in scadenza l’anno 2022. Inoltre, mancano ancora finanziamenti per circa un altro 12% del costo totale dell’investimento e per i quali sarà sicuramente necessario assumere altri prestiti. Durante i lavori, il Banco Monte Paschi di Siena ha concesso una linea di credito per poter pagare puntualmente gli stati di avanzamento delle opere all’Impresa di costruzione. Siccome si pensa al finanziamento dei lavori già dai primi progetti preliminari di fattibilità elaborati dagli architetti nell’anno 1994, lo sforzo finanziario si è potuto distribuire lungo quasi 28 anni, cioè dal 1994 fino alla scadenza dell’ultimo prestito assunto, il 2022.

 

In compenso, il Palazzo è stato restituito nella sua bellezza alla città di Roma…

[Mons. Mariano Fazio, già Rettore Magnifico]: “(…) siamo contenti di poter ridare alla città di Roma questo palazzo pieno di storia in una forma così bella e attraente, e questo grazie anche agli architetti che hanno saputo armonizzare il classico e il moderno, in piena sintonia con le tradizioni artistiche di questa città unica al mondo.

 

La Santa Sede ha partecipato direttamente alla spesa?

I lavori sono stati commissionati interamente dall’Università.

Fortunatamente, la Santa Sede ci ha sostenuto riducendo del 15%, per la durata dei quattro anni dei lavori (dal 1º ottobre 2003 fino al 30 settembre 2007), il canone di locazione del palazzo.

 

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