Miriam Diez i Bosch Comunicare tramite il racconto la liberazione e la grazia. La scrittura della O'Connor non ammette concessioni, e per quanto il racconto di cui è portatrice sia spietato vi si avverte un filo di salvezza, positività e possibilità. È l'irruzione, a volte molto nascosta e quasi impercettibile, della grazia. In questo paper ci soffermiamo sui segni della grazia e su come essa viene comunicata in alcuni degli scritti di questa autrice del sud degli Stati Uniti, così come sulla nozione di liberazione da un'oppressione, sia questa razziale, religiosa o frutto dei costumi dell'epoca. La luce che si può intuire nei suoi racconti viene mediata in modo implicito e mai facile o scontata. Lo stile comunicativo della O'Connor fugge dal dogmatismo e dalle sentenze e si incammina invece verso il non detto e l'allusivo, creando una tipologia di comunicazione degli elementi religiosi dalla modalità esemplare. E' nel non dire che la O'Connor riesce a dire. E' nella negatività, nella brutale descrizione della violenza - netta e breve - che emerge quel sottile barlume di misericordia. La O'Connor fa un uso splendido del linguaggio come veicolo del trascendente senza essere esplicita, il che la colloca tra le voci più interessanti della letteratura; fuggendo dal moralismo arriva al culmine dell'etica e della ricerca di senso. In questa scia si propongono alcune caratteristiche della comunicazione religiosa inerenti alla sua scrittura.
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