Auctoritas
giovedì 5 novembre 2009
17.59
Tra i modi più frequenti per fondare le nostre affermazioni all'interno del lavoro è la via dell'auctoritas. Ovvero il richiamo a studiosi o a persone dotate di particolare autorità nella materia che stiamo trattando.
Nella teologia i principali tipi di autorità sono tre, quella del Magistero (che si fonda sul peculiare carisma di verità che ha il Magistero della Chiesa), quella del prestigio intellettuale o spirituale (propria dei dottori della Chiesa o degli autori classici i cui scritti hanno resistito il logorio del tempo), e quella scientifica (fondata sulla riconosciuta competenza in materia di un certo studio o studioso).
Alcuni esempi:
Autorità magisteriale
Autorità por prestigio
Autorità scientifica
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Argomentare
giovedì 19 novembre 2009
11.25
Argomentare è offrire un insieme di ragioni o
prove per appoggiare un'affermazione.
Esempio: Qual è la zona di Roma in cui consigliereste di abitare, a chi volesse trasferirsi in questa città?
Subito uno inizia a considerare le varie zone, che tipo di persone vi abitano, come è il paesaggio, se è lontano o meno dall'università, se è ben collegata con altre zone, se è rumorosa o meno…
Si mette in luce tutto questo processo.
Alcune risposte date alla domanda:
San Giovanni, è
servita dalla metropolitana e da molti autobus, si trova in zona semicentrale,
è una zona commerciale con molti divertimenti e locali vari, non si sentono
mai storie di malavita, tutto sommato è un quartiere tranquillo e le case non
costano moltissimo rispetto ad altre zone.
San Lorenzo non è
tranquilla, la sera dalle 9,00 fino alle 23/24 è isola pedonale perché è piena
di locali pub pizzerie dove ci si ritrova, sinceramente non te la consiglio (a
me non piace). Se cerchi una zona tranquilla ti devi spostare per esempio in
zona Eur, Parioli, dove però devi avere abbastanza soldi. Altrimenti zone semi
periferiche e mai le vie centrali ad esempio Tuscolana, Prenestina, ma le vie
adiacenti. Qui puoi trovare qualcosa di più
economico.
Esempi di ragionamenti
mercoledì 18 novembre 2009
16.39
Scheda 1
L'anima separata ha meno potenza che unita al corpo
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Una seconda conseguenza della morte è che l’uomo, il cui essere sussiste nella sola anima, vede drasticamente ridotta la sua stessa vitalità spirituale. Se è difficile conoscere le condizioni di vita di un’anima separata, tuttavia l’interdipendenza rilevata tra dimensioni spirituali e materiali lascia supporre che essa si trovi in una condizione di quasi completa indigenza, incapace, di per sé, anche di quegli atti spirituali (di conoscenza e di volontà) che le sarebbero più propri, per mancanza del supporto corporeo-sensibile. L’uomo, in tale situazione, deve attendersi tutto da Dio, sperimentando la radicale insufficienza delle proprie forze: è perfettamente comprensibile allora l’affermazione comune dei Padri, di una brama naturale dell’anima di possedere un corpo. Essa però è incapace di darselo da sola. |
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Esiste o non esiste giustizia in Dio? (Tommaso d'Aquino)
Vi sono due specie di giustizia. La prima, consiste nel mutuo dare e ricevere: quella, p. es., che si ha nella compra e vendita, e negli altri scambi o commutazioni del genere. E questa dal Filosofo è chiamata giustizia commutativa, cioè regolatrice degli scambi o commutazioni. Ed essa non si può attribuire a Dio; perché, come dice l'Apostolo: "Chi diede a lui per primo, da averne il contraccambio?". L'altra (specie di giustizia) consiste nel distribuire (o amministrare); e si chiama giustizia distributiva, e a norma di essa chi governa o amministra dà a ciascuno secondo il merito. Ora, come il buon ordine che regna in una famiglia o in qualsiasi moltitudine organizzata dimostra che in chi governa c'è tale specie di giustizia; così l'ordine dell'universo, che appare tanto nella natura, quanto negli esseri dotati di volontà, dimostra la giustizia di Dio
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Commutativa (No puede ser esencial en Dios) | ||||
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Scheda 3 Si tratta
di un bel testo?
Giudizio scritto da un cardinale al Papa sulla Gaudium et Spes:
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"La sintesi di Casel poggia, come abbiamo visto, sulla nozione basilare di "Mistero", in riferimento al mistero di Cristo. Il Mistero è come il "comune denominatore" della storia della salvezza, che ha inizio con la Creazione, si rivela velatamente nella storia che precede al Figlio di Dio incarnato, e si compie definitivamente con la sua Incarnazione e Pasqua.
Cristo è, per Casel, il fondamento unitario del disegno divino. Ma come fondamenta il nostro autore il suo modo di vedere? Concretamente: si trovano nei suoi scritti dei motivi per accomunare sotto un unico progetto l'atto della creazione e l'insieme di azioni che costituisce la storia sacra?" |
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La descrizione serve come introduzione per mostrare la ragionevolezza di una certa domanda. | ||
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Esempi di fallacia
giovedì 24 febbraio 2011
16:06
Hume sui miracoli di Gesù
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E. Ashley, The Miracles of Jesus, in Mark Harding and Alanna Nobbs (eds.), The content and setting of the Gospel tradition, W.B. Eerdmans, Grand Rapids (MI) ; Cambridge (UK) 2010, 397. | |||
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Non è vero il ragionamento per le ragioni che si danno in seguito
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Sull'Immacolata Concezione di Maria secondo S. Bernardo
(tesi dell'ISSRA).
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Come è noto S. Bernardo non sostenne l'Immacolata Concezione di Maria. | |||
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Non è vero questo ragionamento perché s. Bernardo come quasi tutti gli autori del suo tempo (e non solo) pensava che il parto di Maria era stato indolore perché era stato miracoloso: il bambino non aveva aperto il suo seno, ma era nato in modo miracoloso. |
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Analisi dell'argomentazione
giovedì 19 novembre 2009
17.15
Gli argomenti semplici si compongono da due elementi: le premesse e la conclusione
La conclusione è l'affermazione in favore della quale si argomenta; le premesse sono i presupposti, cioè affermazioni che diamo come certe nella dimostrazione e che costituiscono il suo punto di partenza.
Esempio di ragionamento alla "Sherlock Holmes":
Un cane era stato rinchiuso nella stalla (stable), eppure benché qualcuno c’era stato lì e aveva preso un cavallo, non aveva abbaiato (it didn’t bark). È chiaro che il visitatore era qualcuno a cui il cane conosceva.
Strumenti usati nel ragionamento
venerdì 4 dicembre 2009
10.02
La
analogia
Alcuni criteri di correttezza nell'argomentazione
giovedì 19 novembre 2009
17.38
Evitare il linguaggio emotivo:
Esempio:
"Cirillo, che era un uomo autoritario ed scontroso, diede luogo al Concilio prima dell'arrivo della delegazione antiochena"
Quel che sembra chiaro da questa frase è che Cirillo non è simpatico all'autore.
Usare un significato unico per ogni termine:
Quando la stessa parola (o un concetto) si usa con significati non identici all'interno di una argomentazione si cade nell'ambiguità, e l'argomento è incorretto (o fallace).
Esempio:
La tradizione in se stessa non è un valore. In alcuni paesi per tradizione si deformano i piedi delle donne; in certe regioni per tradizione non si parla dei delitti di cui si è stato testimoni (omertà); in altre per tradizione si continua con l'apartheid.
Anche se a prima vista l'argomento sembra vero, in realtà è fallace perché usa tradizione in due sensi diversi: prima come concetto generale, e così tradizione è l'insieme di regole di vita trasmesse da una generazione all'altra (e in questo senso la tradizione è generalmente buona: senza di essa ogni generazione partirebbe da zero), poi si usa per indicare singole tradizioni che sono certamente discutibili.
Evitare di poggiare l'argomento
su pochi
esempi o su esempi
non rappresentativi:
Esempio:
Per il fatto che S. Efrem, S. Agostino e altri Padri abbiano affermato la santità perfetta di Maria non posso dedurre che "tutti i Padri lo abbiano fatto". Troviamo infatti Padri della Chiesa che hanno attribuito a Maria (sbagliando certamente) qualche imperfezione.
Non confondere la
causalità (relazione causa-effetto) con
la correlazione
Esempio:
Se vedo peggio con l'occhio destro nell'ultimo mese, e proprio da allora sto prendendo un certo medicinale, i due eventi sono in correlazione temporale. Ciò però non significa che l'uno sia necessariamente causa dell'altro:
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