Ripartire dal primo. I dieci comandamenti nella cultura cinematografica del terzo millennio:un importante convegno internazionale di studi si è svolto il 2 e 3 dicembre nell'Aula Cardinale Höffner della nostra Università in concomitanza con la sesta edizione del Festival Internazionale del cinema spirituale. Due giorni dedicati ai mezzi di comunicazione sociale ed in particolare alla cultura cinematografica del nostro millennio organizzati dalla "Rivista del Cinematografo" dell'Ente dello Spettacolo in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura, il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e la Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale della nostra Università, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il sostegno del Dipartimento Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con la collaborazione di Rai Cinema, e di Medusa Film.
Presieduto da S.E.R. Mons. John P. Foley, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali e da S. Em. R. Card. Paul Poupard, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il convegno ha ospitato una serie di interventi qualificatissimi che si sono avvicendati nei due giorni in un fecondo scambio tra studiosi di diverse discipline.
Il Convegno ha messo a fuoco la necessità di offrire una proposta forte di senso agli operatori del cinema, registi, sceneggiatori, produttori ed anche agli spettatori: "Abbiamo bisogno di sapere chi siamo per diventarlo", diceva Max Scheler. Non c'è dubbio che i mezzi di comunicazione sociale, e particolarmente il cinema, costruiscono una concreta immagine dell'uomo e della società contribuendo così a configurare la loro realtà nel bene e anche nel male.
Dopo le parole di saluto del Rettore Magnifico, il Rev. Prof. Mariano Fazio, sono seguite le relazioni di Mons. John P. Foley sul cinema in quanto strumento vivo nella comunicazione sociale contemporanea, di Mons. Enrique Planas, direttore della Filmoteca vaticana, su i dieci comandamenti ed il cinema con la partecipazione dell'On. Giancarlo Innocenzi, sottosegretario Ministero delle Comunicazioni, del prof. Carmelo Rocca, segretario generale Ministero per i Beni Culturali, e del prof. Gianni Profita, direttore generale del Dipartimento Cinema del Ministero per i Beni Culturali. Nelle ultime relazioni il prof. Juan José García-Noblejas e il prof. Francesco Alberoni hanno prospettato uno sguardo trascendente nelle aspirazione dell'uomo e per tanto anche nel cinema.
Nel pomeriggio, nella tavola rotonda moderata da Andrea Piersanti (Presidente dell'Ente dello Spettacolo), hanno partecipato come relatori: Giancarlo Leone (RAI Cinema), Federico di Chio (Medusa Film), Angel Blasco (Filmayer), e Rachid Benhadj (regista, Algeria).
Nel giorno sucessivo si sono avvicendati nelle relazioni la prof.ssa Barbara Nicolosi di Act One, USA; il prof. Armando Fumagalli dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e il critico cinematografico, Eduardo Torres-Dulce. A sorpresa un apprezzatissimo intervento fuori programma: quello del Presidente della Rai dott. Antonio Baldassarre, che ha voluto testimoniare l'impegno della televisione di Stato ad una crescente attenzione ai temi sociali e morali.
Alle parole del direttore artistico professor Claudio Siniscalchi un bilancio del convegno: "Il cinema ha riflettuto, in questi sei anni, su cose diverse, inseminando il dubbio che debbano essere affrontati temi diversi con metodi diversi: certo i convegni non cambiano lo stato delle cose ma possono far riflettere:fra gli interventi più interessanti va ascritto quello della prof.ssa Barbara Nicolosi della statunitense Act One - continua Siniscalchi - che ci ha fatto scoprire un cinema Usa all'avanguardia sulla rappresentazione dei valori, affermando che Hollywood sa avere un'attenzione alla morale che nel nostro Paese e nel nostro continente in generale purtroppo manca del tutto o quasi. Abbiamo dunque scoperto che Oltreoceano esiste una cultura valoriale superiore rispetto alla nostra europea radicale e materialista, che oggi arriva a pensare che i pericoli arrivano dall'Islam, e che riversa sull'America delle responsabilità che evidentemente appartengono al vecchio continente".