"Medicina narrativa" e "Psicologia narrativa": un percorso tra etica ed estetica, poetica e cura
Maria Addolorata Mangione - Vincenza Mele
La narrazione in medicina sta riconquistando un suo ruolo, sia nella formazione, che nello sviluppo dell’arte medica. L’attenzione dei medici è, in questo caso, rivolta non solo alla sintomatologia accusata dal paziente, ma anche al racconto che questi fa della propria malattia.
La medicina narrativa ha acquisito uno status di disciplina a sé stante, e nei Paesi nordamericani è anche inserita nei curricula universitari.
Ma, da diversi anni, si parla anche di una vera e propria "psicologia narrativa". Gli Autori che descrivono questa svolta, mettono in luce non solo il valore che assume il racconto di una storia nel corso di una terapia, ma anche il ruolo che la narrazione svolge nella costruzione del sé.
Gli approfondimenti sono rivolti principalmente alla Psicoanalisi: l’uso "poetico" della lingua ha reso i libri di Sigmund Freud delle autentiche opere letterarie.
La lettura di questo fenomeno può avere due diversi piani: quello dell’incontro terapeutico e quello della narrazione dei propri casi da parte del terapeuta.
Da una parte possiamo studiare la psicoanalisi come momento di narrazione e di cura al tempo stesso: grazie ad un setting definito, la seduta psicoanalitica diviene uno spazio letterario, in cui la condivisione della narrazione da parte di paziente e terapeuta rende possibile conoscere nel profondo le possibili cause di una sofferenza psichica, alleviarla e, al tempo stesso, unire alla dimensione terapeutica la dimensione estetica. Questo aspetto ha coinvolto non pochi psicoterapeuti, non solo di ispirazione freudiana.
Dall’altra, le narrazioni da parte dei terapeuti, permettono non poche riflessioni, di carattere non solo clinico, ma anche antropologico, letterario, etico.
L’adozione dei criteri aristotelici di mythos, peripéteia, mimésis ci permette di leggere non semplicemente delle storie cliniche particolari, ma lo svolgersi di eventi legati tra di loro da nessi determinati e che assumono una dimensione filosofica, quindi universale.
Riteniamo che il valore euristico della poetica, sottolineato da Aristotele, sia presente in maniera compiuta nelle opere di V.E. Frankl, che, attraverso una narrazione sapiente sia delle storie dei pazienti, che degli incontri terapeutici, rende possibile l’acquisizione di un orizzonte di valori e la comprensione dei significati.