Trascendenza e mistero nella trilogia romana di Federico Fellini:
La dolce vita, Fellini-Satyricon, Roma
Simone Casavecchia
Attraverso l’analisi tematica e iconologica dei tre film che compongono la "trilogia romana" di Federico Fellini è possibile giungere al nucleo antropologico più rilevante della poetica del regista. Non solo, dunque, elementi decorativi, circhi e donne esuberanti, ma una perfetta aderenza al tessuto culturale europeo, che hanno consentito al Fellini creatore una ricerca primigenia del senso della trascendenza e del mistero cristiano nella sua espressione artistica. Una trilogia scandita da tre momenti di una romanità estremamente diseguale e in continuo mutamento: la Roma della dolce vita romana con l’euforia del boom economico e il disorientamento per la fine di un’epoca. L’immersione amniotica in un mondo letterario e reale ma completamente da rinventare: dall’intonazione di un latino parlato ai volti in movimento usciti dalle epigrafi millenarie del Satyricon. Per finire con una città stanca ed annoiata dell’anno 1972 d.C. con i suoi problemi legati alla contemporaneità e i suoi umori più profondi giunti da un passato che le scorre sotto i piedi. Non è solo Roma a dare immagine alla trilogia, ma il desiderio visionario e d’artista di indagare il mistero nei bagliori possibili, per mutare a tratti in segni della trascendenza.