In spagnolo

 Rafael Jiménez Cataño
Retoriche della redenzione

 

Alfred Schnittke. Per via dei diritti d'autore non posso collocare qui i miei propri esempi, ma per fortuna ci sono siti sulla rete che li offrono, fra i quali spicca quello della casa discografica svedese BIS, che sta editando l'opera completa di Schnittke. La maggior parte dei link che vengono a continuazione rimandano a quel sito (system requirements qui).

Seguirò l'ordine in cui nel testo si parla delle diverse opere e dei diversi aspetti della composizione di Schnittke, e quindi comincio col segnalare la Seconda sinfonia e la Quarta. Comunque non consiglio queste opere come introduzione alla musica di Schnittke, soprattutto se non si ha l'orecchio già educato alla musica contemporanea. Trovo invece più adatto per questo compito introduttivo il Concerto per pianoforte ed orchestra d'archi. La salmodia bizantina menzionata nel testo si trova subito all'inizio, nei minuti 1:00-1:45 (con una preparazione già verso 0:40) e si ripete molte volte, per esempio attorno a 3:35 e 4:01, a 5:12, 5:45 e 6:20; più avanti torna, in un momento culminante e in altri: 11:25, 14:48, 15:21...

Opere adatte per un primo contatto con il genio di Schnittke, mi sembra lo siano il Concerto per viola e la Gogol suite, con il chiarimento che quest'ultima opera è particolarmente "leggera", è uno Schnittke "giocherellone". Anche Peer Gynt è un'opera molto appropriata per un primo contatto e, per chi abbia dimestichezza con la musica da camera, la Sonata per cello e pianoforte.

Seguendo le opere menzionate nel testo, si può ascoltare il Quintetto con pianoforte (scritto come requiem per la madre del compositore), e il Concerto per coro misto, su testi di Gregorio di Narek.

La dimensione "subacquea" della sua musica, la sua "profondità di velluto" è presente in tutte le opere. Nella Gogol suite sono presenti molte citazioni, ma ciò non la rende il miglior esempio di questo punto, perché esse sono troppo evidenti: il fatto di essere citazioni fa parte dell'essenza dell'opera. Invece quella profondità, che abbiamo paragonato alla profondità della persona -- di cui è riflesso --, consiste più in scansioni, numeri, scelte a contenuto biografico (come quella di riprendere un motivo amato dalla nonna del compositore, per esempio).

Per inserzioni di musica popolare, si ascolti: Concerto grosso n.2 (mov. 2, dopo 3:47; e poi, dopo 4:55); Concerto grosso n.1 (tango nel mov. 5, a partire da 2:40). Altra musica popolare, anche se non come "inserzione": Tango polifonico, e anche il Ragtime di Peer Gynt (Atto II, mov.2: Auditions; non so però se questo sia un ragtime a se o sia inserito in un contesto polistilistico, perché non conosco il brano completo). (Un caso molto diverso di ricreazione d'un motivo popolare è l'uso che Schnittke fa de La Cucaracha nel quarto movimento della Sonata per violino e pianoforte n.1, della quale esiste anche una versione come Sonata per violino e orchestra da camera.)

I "puntini di sospensione" di cui parla Schnittke si possono sentire in molti finali. Fra i tempi finali lenti spiccano quelli dei Concerti grossi n.1 e n.2. Quest'ultimo è da far notare, perché si tratta d'un tempo lento finale e, in più, è il tempo più lungo del concerto.

Dei tempi finali vale la pena ascoltare la passacaglia del Concerto per cello n.2 (mov. 5: Grave), citato nel testo, anche se non risponde alla caratteristica segnalata per la maggior parte dei movimenti finali di Schnittke. Lo stesso vale per un'altra passacaglia meravigliosa, anch'essa movimento finale, del Concerto per cello n.1 (mov. 5: Largo). Entrambi i concerti finiscono nei puntini di sospensione, ma non si può dire che l'intero tempo finale sia una rememorazione dei tempi precedenti.

Sull'importanza dei tempi penultimi sono molto illustrativi il Concerto grosso n.1 e il Concerto grosso n.2. Nel primo c'è l'"intervento dall'alto" alla fine del penultimo tempo (n.5: Rondo), che coincide sostanzialmente con il motivo del pianoforte preparato con cui comincia il concerto. Ho detto che quei tempi penultimi vengono come costruiti lungo i tempi precedenti. Nel secondo di questi concerti grossi questo è particolarmente percepibile nel profilo del secondo tempo, dove uno dei motivi dominanti di tutto il concerto assume una forma che potremmo chiamare "tema dello sforzo" o "del travaglio"; e poi il terzo movimento (il penultimo) è sostanzialmente un crescendo che culmina in uno dei pochi tutti che è possibile ascoltare nella musica di Schnittke. Può essere utile sapere che il nucleo tematico centrale di questo concerto si trova ritagliato con precisione qui.

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