La sigla dell'accordo durante l'incontro dei docenti delle università romane con il cardinale vicario sul Concilio
Laura Badaracchi
"In un semplice documento č contenuta la fedeltà all'essenza dell'universitas dei saperi. L'accordo che firmiamo oggi esprime lo spirito dell'Italia, terra di cultura e di dialogo, sottolineando la necessaria collaborazione tra fede e ragione, tra Chiesa e società civile, nella ricerca della verità". Cosė monsignor Mariano Fazio, rettore della pontificia Università della Santa Croce e presidente della Conferenza dei rettori delle università pontificie romane, ha evidenziato l'importanza del protocollo d'intesa siglato mercoledė scorso alla Lateranense tra la stessa Conferenza e quella dei rettori degli atenei laziali, pubblici e privati. La convenzione, di durata quadriennale - sottoscritta alla presenza del cardinale vicario Camillo Ruini - segna una svolta significativa nei rapporti tra gli atenei della regione, in quanto sancisce "l'accesso ai laboratori e alle strutture didattiche agli studenti ed al personale docente delle università facenti parte dei due coordinamenti e l'accesso alle proprie biblioteche". Non solo: in ambito didattico sarà possibile "la mutuazione di corsi, il riconoscimento di esami e crediti didattici, la facilitazione all'iscrizione di corsi di laurea per coloro che sono in possesso di un titolo universitario italiano o pontificio, conseguito presso una delle stesse università". Previsto dall'accordo anche lo scambio di docenti, compresi quelli stranieri presenti a diverso titolo negli atenei laziali, che complessivamente costituiscono "il 15 per cento del sistema universitario nazionale", ha ricordato Marco Mancini, rettore dell'Università di Viterbo, nella veste di presidente del Crul.
L'accordo č stato siglato durante un incontro per i docenti promosso dall'Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, sul tema "Il Concilio Vaticano II e le sfide culturali del III millennio. L'impegno dei docenti universitari". Si trattava del secondo dei tre momenti formativi che hanno come filo rosso "Dalla parola alla cultura. La trasmissione della fede nella città". Questo appuntamento, che ha visto un'ampia partecipazione degli accademici, ha voluto ricordare i 40 anni della chiusura dell'assise conciliare, tracciandone un primo bilancio."In questi decenni la Chiesa ha ricevuto molto da uomini di cultura e scienza: un insegnamento efficace e fruttuoso per tutti noi", ha rilevato il vescovo Rino Fisichella, rettore della Lateranense, aprendo i lavori. Un aspetto ribadito dal rettore dell'Università La Sapienza, Renato Guarini, che ha voluto evidenziare la portata storica del Vaticano II: "Se l'umanità ha potuto affrontare le tragedie del secolo scorso, si deve anche alla linfa vitale del Concilio. Ma forse noi docenti avremmo potuto intercettare con maggiore saggezza le domande delle nuove generazioni"
Ma qual č il senso profondo del rinnovamento conciliare? Il cardinale vicario ha sintetizzato alcuni filoni principali: dalla svolta antropologica - "il recupero cristiano della centralità della persona, basato sulla centralità di Cristo" - all'autonomia delle realtà temporali, per arrivare "alla libertà, anzitutto religiosa, ma anche in senso pių ampio, fondata sulla dignità e sull'essenza dell'uomo". Tuttavia la recezione conciliare, "certamente travagliata ma allo stesso tempo molto fruttuosa, č un percorso da completare. In Italia il travaglio č stato minore che in altre nazioni", ha fatto notare il cardinale Ruini, individuando alcune sfide attuali. In primo luogo, "cercare di fronteggiare e valorizzare quelle minacce che sembrano venire alla visione cristiana del mondo da altre culture e dalle biotecnologie: minacce che in realtà favoriscono il risveglio identitario dei cristiani, chiamati ad interpretare le novità in modo positivo. Un risveglio che deve essere accompagnato dalla nostra elaborazione culturale: altrimenti si rischia di entrare in un fondamentalismo alla rovescia". Un'altra prospettiva da coltivare č la dimensione del dialogo con la cultura laica, "che non punta solo a convivere nelle differenze, ma che cerca profondi punti di consenso sull'umanesimo e sugli sviluppi della civiltà", ha rilevato il cardinale vicario, suggerendo "una spiritualità per il nostro tempo: l'impegno nel mondo"
Al termine dell'incontro Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte Costituzionale italiana, ha illustrato il cammino dei docenti degli atenei romani in preparazione all'incontro europeo promosso dal Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, in programma dal 21 al 24 giugno 2007 sul tema "Un nuovo umanesimo per l'Europa. Il contributo delle università"
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