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Il diritto canonico č garanzia di libertà

ilPassaporto - Anelise Sánchez

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ROMA - Le università italiane, nonostante i molti luoghi comuni, destano l'interesse degli studenti stranieri ed il fenomeno si riscontra maggiormente in quelle private e pontificie.Poche cifre possono darcene un'idea. Sono 42 mila gli studenti stranieri in Italia, quasi 3 ogni 100 universitari. Di questi, già nell'anno accademico 2003/04 ben 10 mila erano concentrati nei ventiquattro atenei pontifici.
Secondo i dati raccolti nel corso degli anni dall'UCSEI - Ufficio Centrale Studenti Esteri in Italia, in tali strutture accademiche emerge sempre più fortemente la presenza non solo di sacerdoti e seminaristi, ma anche di giovani laici. Dall'indagine "Studiare da stranieri nelle Università italiane" risulta che questi ultimi sono quasi il 33%, con un incremento notevole degli ultimi cinque anni. Ma chi sono? Quali sono le loro motivazioni?
Si tratta di un insieme molto variegato. Il profilo dello studente assume sfumature diverse a seconda del paese d'origine e della condizione economica della sua famiglia. La scelta delle università pontificie avviene spesso per le personali inclinazioni religiose, ma la qualità dell'offerta didattica è un elemento primario nell'individuazione dell'istituto e del percorso formativo
Bianca Fraccalvieri, 27 anni, è nata in Brasile, ma possiede anche la cittadinanza italiana. Lavora presso la radio vaticana e ha studiato Filosofia alla Gregoriana: "Ho scelto questo corso dice - perché ho intenzione di intraprendere la carriera accademica"
Per l'americano Niall Patrick O'Donnell, venticinque anni, terzo anno del corso di Comunicazione Sociale alla Pontificia Università della Santa Croce, la necessità era quella di coniugare lo studio della comunicazione con le più moderne esigenze ecclesiali, ma ha potuto anche scoprire un ambiente più friendly, meno competitivo e legato ai punteggi ottenuti
In altri casi, a giocare un ruolo importante nella scelta sono gli ostacoli burocratici che esistono per l'accesso ad una università statale, oppure semplicemente le opportunità di ottenere informazioni. Supriano Dembe, ventinovenne, angolano, è neo-laureato alla Facoltà di Comunicazione Sociale e Istituzionale della Santa Croce. Racconta di aver avuto scarsi mezzi per scegliere l'Università, senza accesso ad Internet, né alcun dépliant. Per lui sono state fondamentali le notizie fornitegli dal vescovo della sua città
Altri fattori che concorrono ad ostacolare l'ingresso al sistema accademico statale sono il mancato riconoscimento del titolo di studio già posseduto, il lungo iter burocratico, il numero chiuso previsto per alcune facoltà, la carenza di convenzioni internazionali in materia e il ristretto numero di borse di studio assegnate.Mancherebbero gli incentivi e il sostegno, secondo Edson Canci, brasiliano, studente di Filosofia della Pontificia Università Gregoriana. Perfino alle ambasciate italiane aggiunge - c'è difficoltà ad ottenere informazioni sulle borse di studio.
La presenza degli immigrati laici nelle principali università pontificie a Roma ha una distribuzione diversa da un istituto all'altro. Nei tre atenei pontifici (S. Anselmo, Regina Apostolorum, Antonianum) messi insieme, i laici stranieri sono solo il 4,11%. Nella Pontificia Università della Santa Croce, attualmente risultano ben 1.334 studenti di 64 nazionalità diverse.Nella Pontificia Università Gregoriana la rilevazione dell'UCSEI ha riscontrato la presenza di 400 studenti laici stranieri su un totale di 3.052 iscritti. Questi rappresentano, in altre parole, ben il 13,1%. Seguono la Pontifici Università Salesiana, dove il totale degli studenti laici stranieri è pari a 15%, la Pontificia Università San Tommaso D'Aquino "Angelicum" (7,7%), la Pontificia Università Lateranense (5,8%) e la Pontificia Università Urbaniana (5,3%). Alla sede romana dell'università cattolica del Sacro Cuore, invece, gli studenti stranieri rappresentano il 2,75% del totale. Tuttavia, nelle cinque sedi della università sono rappresentate 104 nazionalità
La legge n.189/2002 sancisce la parità tra studenti italiani e non, per quanto riguarda l'accesso all'università e il diritto allo studio, ma la politica dei visti di ingresso, sommata all'incertezza del rinnovo dei permessi di soggiorno, non facilita la vita degli studenti. Forse le istituzioni laiche non sono ancora riuscite nella piena applicazione delle leggi?Tralasciando ogni confronto relativo alla qualità dell'offerta formativa, le università di matrice religiosa sembrano incentivare quell'incontro interetnico e interculturale, auspicabile in ogni luogo ove si alimenta la conoscenza