INAUGURATO L'ANNO ACCADEMICO ALLA PONTIFICIA UNIVERSITÀ DELLA SANTA CROCE
L'atto tenuto alla presenza del Gran Gran Cancelliere dell'università e Prelato dell'Opus Dei, mons. Javier Echevarría, nella nuova Aula Magna dedicata a Giovanni Paolo II
Dedicata a Giovanni Paolo II la nuova Aula Magna della Pontificia Università della Santa Croce, che ieri pomeriggio ha ospitato l'atto di inaugurazione dell'anno accademico 2005-2006, alla presenza del Gran Gran Cancelliere dell'università e Prelato dell'Opus Dei, mons. Javier Echevarría. «Tutti i passi accademici della nostra istituzione sono stati fatti durante il suo lungo e fecondo pontificato, ha affermato il rettore mons. Mariano Fazio, spiegando la motivazione del gesto. Il suo ricordo non scomparirà tra di noi»
Il rettore ha illustrato quindi le novità degli ultimi mesi: la nuova specializzazione in Teologia liturgica nella Facoltà di Teologia, il terzo anno di licenza in Diritto canonico e l'imminente specializzazione in Teologia biblica, che hanno portato a un notevole incremento di studenti provenienti dai cinque continenti. «Queste realtà e iniziative - ha affermato - vogliono essere manifestazione dello spirito di servizio che abbiamo ricevuto dal nostro ispiratore, San Josemaría, e che abbiamo visto incarnato nella persona del nostro primo Gran Cancelliere, mons. Alvaro del Portillo».
Al Segretario generale don Alfonso Monroy è andato invece il compito di relazionare sui dati statistici dell'ateneo e sulle attività di ricerca avviate lo scorso anno. Secondo gli ultimi dati disponibili, la popolazione studentesca ha raggiunto le 1.400 unità. La provenienza attualmente è di 75 nazionalità diverse, dieci in più dell'anno precedente. I nuovi paesi sono: Australia, Guinea Equatoriale, Lituania, Madagascar, Mozambico, Samoa, Svezia, Togo, Vietnam e Repubblica Ceca. Comunicazione, linguaggio e rapporto con la realtà: questi i temi al centro della 'lectio inauguralis' tenuta dal vicedecano della Facoltà di Comunicazione sociale istituzionale Juan José Garcia-Noblejas. «L'affidabilità dei mezzi di comunicazione ultimamente è piuttosto calata ha osservato -. Fra le cause più probabili vi è la competitività commerciale data da un'offerta sempre crescente. In questo contesto, l'attenzione del pubblico è diventata per il mondo della comunicazione la risorsa più scarsa e più appetibile». Dunque «siamo ancora lontani da una comunicazione pubblica intesa come l'areopago dei tempi moderni che tutti noi auspichiamo insieme a Giovanni Paolo II quando alludeva all'anima della cultura in cui viviamo».
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