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Oltre 30 studiosi a confronto sulle nuove forme di religiosità

RADIOVATICANA RADIOGIORNALE - Anno L n. 70 - Testo della trasmissione di sabato 11 marzo 2006

ROMA. = Le nuove religiosità nel XXI secolo, il rapporto tra religione e filosofia, la specificità della Credo cristiano: intorno a questi temi si sono interrogati una trentina studiosi di varie nazionalità durante le due giornate di lavoro del X Convegno internazionale, chiuso ieri a Roma presso la Pontificia Università della Santa Croce, organizzato dalla Facoltà di teologia di questo ateneo, sul tema "La natura della religione in contesto teologico". Ad aprire i lavori è stato il prof. Luis Romera, ordinario di Filosofia alla Santa Croce, che ha analizzato l'evoluzione sociale della religiosità durante il secolo scorso, e riscontrato nella società contemporanea il risveglio di una nuova religiosità, frutto dell'insoddisfazione lasciata dall'emarginazione dell'istanza religiosa. Nella cultura contemporanea "convivono quindi correnti diverse, in un quadro sociale non univoco né sempre coerente", ha osservato Romera. Il prof. Enrico dal Covolo, docente di Letteratura cristiana antica greca all'Università Pontificia Salesiana, ha poi affrontato il tema religioso religione nell'età classica. Il prof. Jude Dougherty, della Catholic University of America, ha invece offerto una interpretazione della religione nella modernità, analizzando in particolare l'eredità lasciata da Hume e Kant, "fondamento del contemporaneo agnosticismo Europeo, Sulla specificità della fede cristiana, è intervenuto  il  prof. Pierangelo Sequeri, della Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale. Il prof. Horst Bürkle, della Ludwig-Maximiliens.Universität di Monaco di Baviera, si è soffermato sul tema "Religione o religioni?", indagando il rapporto tra Cristianesimo e pluralità delle altre religioni. Il prof. Massimo Introvigne, direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR) ha presentato lo scenario della nuova religiosità del nostro secolo. Negli Stati Uniti ha detto - si contano circa 1.500 "nuove religioni", circa 300 in Italia e diverse migliaia in Africa. "Tuttavia ha precisato lo studioso - il numero di aderenti a questi movimenti rimane piuttosto contenuto: in nessun Paese dell'Occidente sembrano superare il 2 per cento della popolazione. In Italia, è più probabile che si aggirino intorno all'uno per cento" e per  oltre la metà sono Testimoni di Geova. Ma la "più grande religione" - ha osservato Introvigne - "si trova in Occidente, quella delle persone impegnate in un 'credere senza appartenere'". Non ha torto quindi chi invita a non sopravvalutare le nuove religioni, tuttavia, ricorda Introvigne, "si ha ugualmente torto quando si sottovalutano per la loro capacità di influenzare cerchie molto più vaste di persone". Il prof. Giuseppe Tanzella-Nitti, ordinario di Teologia fondamentale alla Santa Croce, ha parlato di "Cristianesimo e domanda cosmologica: universalità della ragione e universalità della religione". L'ultimo intervento lo ha tenuto il prof. Paul O'Callaghan, decano della Facoltà di Teologia della Santa Croce, su "Cristianesimo e domanda antropologica: il Cristianesimo è una religione?". "Lo è senz'altro", ha rispsoto O'Callaghan, e "nelle sue diverse manifestazioni include gli elementi più caratteristici di ogni fenomeno religioso: "il senso del Sacro, la presenza del divino nella vita umana, la consapevolezza della dipendenza da una sua forza superiore, una struttura tripartita di credenze, norme etiche e culto". (R.G.)

FIDEST - 14.03.2006

CODE05/10919 (14/3) (fidest) Elaborare una "sintesi che mostri la non conflittualità" fra la singolarità del cristianesimo e la pluralità "oggi reclamata in un contesto planetario da un confronto con le religioni della terra, e che potrebbe essere in futuro reclamato perfino in un contesto cosmico, quando indotto dalla eventuale scoperta di forme di vita diverse da quelle oggi conosciute sulla terra". Una sintesi che "non relativizzi l'evento cristiano, ma piuttosto approfondisca la dimensione cristologica presente sia in ogni rivelazione di Dio nella natura, sia in ogni soteriologia che a tale rivelazione risulterebbe associata".  Lo ha dichiarato il prof. Giuseppe Tanzella-Nitti, ordinario di Teologia Fondamentale alla Pontificia Università della Santa Croce nel corso del X Convegno internazionale organizzato dalla medesima facoltà. Se accettiamo di porre a tema la questione della "verità" di una religione, "saper mostrare una convergenza, o almeno una compatibilità con quanto la ragione filosofica può concludere sul problema cosmologico, diviene, per una religione, una condizione necessaria, sebbene non sufficiente, per la sua verità", ha aggiunto Tanzella-Nitti. Da parte sua, la Rivelazione ebraico-cristiana ha sempre "ancorato l'universalità del suo messaggio salvifico in un contesto, quello cosmologico, sul quale anche la religione poteva liberamente confrontare le proprie specifiche istanze di universalità". Per cui, la stessa Rivelazione "contiene risorse sufficienti per mostrare che tale garanzia continua a valere anche nei confronti delle contemporanee forme di razionalità, non esclusa quella scientifica". Le sfide che si aprono pertanto alla teologia cristiana consistono nel "dover offrire un raccordo soddisfacente fra 'storia della salvezza' e 'storia del cosmo', consapevole che quest'ultima assume oggi contorni e scenari che solo pochi decenni fa erano impensabili". Occorre poi fornire "nuove risposte sulla portata e sul reale significato del male cosmico, nelle forme in cui sappiamo che esso si è manifestato nel lento sviluppo evolutivo della geologia del nostro pianeta, nella lotta per la sopravvivenza di numerose specie biologiche, e nella faticosa, ma insieme straordinaria, progressiva ascesa dell'homo sapiens".
Il cristianesimo è una religione?
X Convegno internazionale della Facoltà di Teologia dell Università della Santa Croce 

Zenit - Codice: ZI06031416 - Data pubblicazione: 2006-03-14

CITTÀ DEL VATICANO, martedì, 14 marzo 2006 (ZENIT.org).- Il cristianesimo è una religione? È una delle domande a cui ha cercato di dare risposta il X Convegno internazionale su La natura della religione in contesto teologico, organizzato a Roma dalla Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce il 9 e 10 marzo
Nel suo intervento, il professor Paul O'Callaghan, Decano della Facoltà di Teologia della Santa Croce, ha risposto affermativamente a questa domanda, aggiungendo anche lo è nelle sue diverse manifestazioni.
A questo proposito, il professor O'Callaghan ha sottolineato che esso include gli elementi più caratteristici che, tra gli studiosi del fenomeno religioso, dovrebbero contrassegnare ogni fenomeno religioso: il senso del Sacro, la presenza del divino nella vita umana, la consapevolezza della dipendenza da una sua forza superiore, una struttura tripartita di credenze, norme etiche e culto.
"Le religioni si autosqualificano se non promuovono la pace, in altre parole se tentano di propagarsi con dei mezzi violenti". Per cui, una religione "deve obbedire ad un criterio di fondo, che è la capacità di promuovere la pace ed evitare la violenza", ha continuato
Il professore Jude Dougherty, della Catholic University of America, ha invece offerto una interpretazione della religione nella modernità, analizzando in particolare l'eredità lasciata da Hume e Kant quale "fondamento del contemporaneo agnosticismo Europeo, sorgente sotterranea del fallimento dell'Unione Europea nel riconoscere, nella sua Costituzione, le origini elleniche e cristiane della cultura occidentale"
Il docente Horst Bürkle, della Ludwig-Maximiliens Universität di Monaco di Baviera, si è invece chiesto la differenza sul tema "religione o religioni?": "Tutte le religioni sono soltanto approcci e percorsi che, lungo le vie dei propri condizionamenti culturali, tendono allo scioglimento dell'identità personale nell'ancestrale - ed eternamente uguale a se stesso - fondamento divino
Al professor Giuseppe Tanzella-Nitti, Ordinario di Teologia fondamentale alla Santa Croce, è invece toccata la relazione su "Cristianesimo e domanda cosmologica: universalità della ragione e universalità della religione". Se accettiamo di porre a tema la questione della "verità" di una religione, "saper mostrare una convergenza, o almeno una compatibilità con quanto la ragione filosofica può concludere sul problema cosmologico, diviene, per una religione, una condizione necessaria, sebbene non sufficiente, per la sua verità", ha affermato Tanzella-Nitti
Le sfide che si aprono pertanto alla teologia cristiana consistono nel "dover offrire un raccordo soddisfacente fra 'storia della salvezza' e 'storia del cosmo', consapevole che quest'ultima assume oggi contorni e scenari che solo pochi decenni fa erano impensabili"
Occorre poi fornire "nuove risposte sulla portata e sul reale significato del male cosmico, nelle forme in cui sappiamo che esso si è manifestato nel lento sviluppo evolutivo della geologia del nostro pianeta, nella lotta per la sopravvivenza di numerose specie biologiche, e nella faticosa, ma insieme straordinaria, progressiva ascesa dell'homo sapiens", ha poi osservato.
Circa 30 le "comunicazioni" presentate da docenti provenienti da diverse nazioni nel corso delle due giornate dei lavori. Si va, ad esempio, dal "Dialogo interreligioso" a "Religione e verità in san Tommaso d'Aquino", "Il volto femminile della religione"o "I fondamentalismi religiosi".