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La Chiesa deve approfittare delle crisi per comunicare meglio

Zenit - Codice: ZI06050502 - data pubblicazione: 2006-05-05

ROMA, venerdì, 5 maggio 2006 (ZENIT.org).- Le crisi comunicative aiutano la Chiesa a spiegarsi meglio. È una delle conclusioni non scritte del V Seminario professionale sugli Uffici Comunicazione della Chiesa, che ha avuto luogo a 10 anni dall'inaugurazione della Facoltà di Comunicazione Istituzionale dell'Università della Santa Croce di Roma.
Nelle relazioni e comunicazioni presentate nel corso dell'incontro, al quale hanno partecipato quasi 300 esperti del settore provenienti da vari Paesi, è emersa costantemente la questione delle crisi che i responsabili per le comunicazioni sociali delle istituzioni della Chiesa devono in qualche modo anticipare, e alle quali devono saper rispondere
Il professor Diego Contreras ha affermato che l'influenza dei mezzi di comunicazione sulla percezione che i fedeli hanno dei diversi aspetti della vita della Chiesa non si riferisce solo ai contenuti, ma soprattutto al modo in cui vengono presentati, ciò che in linguaggio tecnico si definisce framing
Per illustrarlo, ha citato l¡esempio dell Enciclica Deus caritas est, che ha trasmesso una visione essenzialmente positiva. In altre occasioni, la prospettiva è stata molto negativa
Forse è inevitabile un certo livello fisiologico di sospetto reciproco tra il giornalista di un mezzo di comunicazione e il comunicatore istituzionale. Ma è assurdo il ragionamento di chi pensa (da parte della stampa) che si può fare un autentico giornalismo solo quando si attacca , ha indicato il professore.
Allo stesso tempo, il dipartimento di comunicazione della Chiesa non può pensare che ogni critica sia, per definizione, un attacco.
In realtà, è preferibile sottolineare quello che unisce. Per esempio, l'esistenza di un nemico comune: l'ignoranza del pubblico.
Per il giornalista vaticanista Marco Tossati, che scrive per il quotidiano La Stampa, chi si occupa di informazione religiosa deve illustrare fatti ed elementi che fino a qualche decina di anni fa erano scontati nella cultura comune. Ormai anche in Italia è necessario spiegare che cosa è l'Eucaristia.
Maria Grazia Murru dell'AP Television News in Italia ha constatato: Ci viene spesso chiesto di prendere qualcuno del Vaticano per farlo apparire davanti alla telecamera per un commento, o per fargli esporre la posizione del Vaticano su una questione particolare. Impossibile. È assolutamente impossibile che un Cardinale, un Vescovo o una qualunque persona della Curia parli davanti alla telecamera su un qualsiasi argomento di attualità.
La corrispondente vaticana Cindy Wooden, del Catholic News Service, della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, ha affermato che i media a volte pensano che una cosa di Chiesa sia una notizia, quando la Chiesa non sarebbe d'accordo: si pensi solo a tutto il chiasso fatto intorno alla scelta di guardaroba di Benedetto XVI, soprattutto alla sua decisione, appena prima di Natale, di indossare il camauro rosso e bianco. Era poco usuale, ma adatto alla stagione, eppure c'erano moltissimi fotografi. In modo simile, in termini di media secolari che prendono notizie dal Catholic News Service, per ora la più popolare di quest'anno è stata la notizia che gli impiegati della Radio Vaticana hanno regalato a Papa Benedetto un iPod.
Maria Hasselgren, portavoce della Chiesa cattolica in Svizzera, ha sottolineato come uno dei principali problemi nel suo Paese sia il fatto che non solo noi, ma anche la gente che si presenta come religiosa, non importa di quale religione, è considerata dagli altri come intellettualmente non affidabile.
Austen Ivereigh, Direttore di comunicazione dell'Arcivescovo di Westminster, ha affrontato il tema della crisi suscitata dagli abusi sessuali attribuiti ai sacerdoti.
Questa crisi, ha riconosciuto, può essere in parte letta come un fallimento della Chiesa nel tenere il passo con un risveglio morale nella società nei confronti della pedofilia e delle sue conseguenze. La Chiesa commette sempre un errore quando, per difendersi, non esprime la preoccupazione per le vittime.
Parte del nostro compito come comunicatori ha aggiunto è considerare le nuove vittime che i media stanno rilevando. Credo che il trattamento degli anziani sarà la prossima ondata; e non avverrà molto prima che i riflettori si spostino sulle istituzioni gestite dalla Chiesa.